(Autoproduzione) Seconda prova in studio per il progetto solista di Hertz Kankarok, naturale evoluzione di quanto iniziato nel 2015 con “Livores”. Il musicista di Acireale, al quale dobbiamo la composizione di musica e testi presenti in questo “Make Madder Music”, viene accompagnato per l’esecuzione e la registrazione dei brani da Andrea Cavallaro per i primi tre pezzi e da Dario Laletta, al quale è stato affidato l’arrangiamento della conclusiva “The Great Whirlpool”. Durante le quattro canzoni che compongono il lavoro, i nostri mettono in mostra una versatilità davvero notevole, dimostrandosi in grado di passare con disinvoltura da sezioni di chiara ispirazione mathcore ad altre marcatamente gothic. Nella formula elaborata dai siciliani, non sono disdegnati sconfinamenti nel death più melodico, come anche diverse incursioni nel prog psichedelico anni ’70 con l’unica costante da individuare nella tendenza a cercare atmosfere tetre ed orrorifiche. Note dal sapore orientale ci accolgono nella traccia di apertura “Deceive Yourself” che lasciano velocemente spazio ad un riffing di chitarra roccioso ed ispirato, sostenuto dalla martellante drum machine che, in questo caso, non fa rimpiangere la componente umana. La canzone si sviluppa alternando sezioni dove l’aggressività del cantato in growl è assoluta protagonista ad altre nelle quali la voce pulita sottolinea la flessibilità dell’artista siciliano dietro al microfono. Si giunge quindi ad un bridge centrale tanto sognante quanto spettrale che, con un ritmo cadenzato, ci accompagnerà fino alla chiusura. Nella seconda traccia “Cargo Cult” l’arpeggio di chitarra è assolutamente indovinato e rappresenta il perfetto sfondo per la voce narrante che ci scorta verso una parentesi gothic/death caratterizzata, a sorpresa, da un ritmo di chiara ispirazione tribale. Lo stesso genere di acrobazie stilistiche sono riscontrabili anche nei due brani conclusivi, per i quali si segnala un minutaggio notevole che comunque non influisce sulla godibilità generale della proposta. La varietà di soluzioni presenti in “Make Madder Music” può certamente lasciare confuso e stranito l’ascoltatore, che rischia di perdersi in un dedalo imperniato su sperimentazioni e contaminazioni davvero eterogenee. Il pericolo non è certo da sottovalutare ma, a tale incognita, si contrappone quella scintilla di ispirata e consapevole maestria che guida i voli pindarici presenti in questa seconda prova di Hertz Kankarok. I passaggi da uno stile all’altro sono infatti tanto repentini quanto ben studiati e mai banali. I brani, infine, risultano fluidi ed imprevedibili rendendo l’album una continua sorpresa anche dopo diversi ascolti.
(Davide Galli) Voto: 7,5/10