(Pulverised Records) Gli HeXen sono di Los Angeles e hanno già fatto parlare di se con “State of Insurgency”, un lavoro di quattro anni fa. Loro sono dei thrashers e hanno dei suoni cristallini, ma estremamente pesanti. “Being and Nothingness” si apre con “Macrocosm”, ovvero una sorta di canzone-intro totalmente strumentale. Il suo incedere, la melodia portante aprono degnamente questo lavoro. Segue “Grave New World”, thrash metal tecnico, ricco di variazioni, spunti e tanto plettrare in modo estroso. Quello che segue non è mai da meno rispetto a questa prima coppia d’apertura. “Defcon Rising” si ispira al thrash degli anni ’80 e “Private Hell” guarda ai Megadeth. Lo scorrere dei brani cattura, tira a se l’attenzione e un amante del thrash si lascia trasportare serenamente. Un elogio a “Stream of Unconsciosness”, il brano più progressive e tecnico di questo album, insieme ai quasi 15′ della conclusiva “Nocturne” (in pratica una suite) e “The Nascient”, canzone che si fa notare per il suo semplice schema thrash metal e con un riff portante che subito si guadagna l’attenzione. Non c’è forse una canzone o un gruppo di esse che spiccano in “Being and Nothingness”, ma è l’insieme della scaletta, l’insieme della musica creata a colpire per i suoi toni quasi progressive o comunque cangianti. Il thrash metal degli HeXen è semplice, suonato bene e accomodante per chi è legato al genere. La copertina è di Kristian Wahlin, cioè Necrolord (King Diamond, Dissection, Emperor, e tanti altri).
(Alberto Vitale) Voto: 7/10