(Pelagic Records) I belgi Hippotraktor, sono di Malines – o Mechelen, a seconda se usiate il vallone/francese o il fiammingo – e rappresentano una vivace realtà, non solo del panorama prog-post metal belga che sembra in un periodo interessante, come in generale quello europeo, nel quale si aprono a forti influenze e concezioni appunto prog. Si pensi ai The Ocean, compagni di etichetta dei Hippotraktor, ultima e notevole realtà di questo filone che offre una marea di prog che rivede dunque i canoni del post metal, attraverso un ampio uso delle melodie e un’architettura fluida. Hippotraktor sono scompongono le proprie composizioni, creano più parti che si allacciano e inserendole in un flusso melodico e di arrangiamenti che determina una continuità al tutto. Pregevoli nel loro sconfinare a più riprese in una sorta di djent metal, senza mai debordare. Le melodie sono sofisticate, pretenziose in certi casi ma continue e rintracciabili ovunque. Un suonare che crea interesse, non risulta però immediato ma a suo modo affascina. Degli Hippotraktor si avverte la voglia di creare grandi architetture, flussi melodici arbitrari in composizioni dove tutto però sembra spesso spezzettato, frammentato.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10