(Autoproduzione) Terzo full length per Hollentor, progetto che ruota intorno al chitarrista Glen Poland, il quale anche stavolta si è attorniato di una discreta pletora di collaboratori eccellenti come: Tim ‘Ripper’ Owens, i fratelli Glen e Shawn Drower, James LoMenzo, Rudy Sarzo, Eric Peterson e George Lynch. Parliamo quindi di gente che ha scritto pagine di storia in ambito metal, avendo legato i loro nomi a band quali Megadeth, King Diamond, Dokken, Ozzy, Judas Priest e Testament, e vedere tutte questi guests in un solo album ha sensibilmente alzato le mie aspettative, subito parzialmente deluse. Intendiamoci: “Divergency” non è un brutto album, le composizioni sono godibili, suonate bene e prodotte egregiamente, ma spesso ho come l’impressione che il mestiere abbia prevalso sul cuore, consegnandoci un compitino ben eseguito ma con poca anima. “Behind The Wall” apre il disco tentando di unire hard rock moderno e robusto con melodie ruffiane tipicamente AOR per un pezzo carino ma non certo memorabile. Decisamente migliore “Find The Light”, dal riffone ribassato non lontano da certe produzioni firmate Roy Z. Buono anche il riff portante di “Lotus Eater”, il quale mi richiama alla mente i primissimi Alice In Chains. Un album che alterna momenti davvero ispirati ad altri, come detto prima, affidati al mestiere, anche se va detto che la qualità media delle composizioni e di buon livello.
(Matteo Piotto) Voto: 6,5/10