(Pitch Black Records) Ammetto la mia ignoranza: non conoscevo gli Holy Dragons e quindi non sapevo che esistessero band metal provenienti dal Kazakistan! I nostri hanno una storia lunghissima cominciata a inizio anni ’90, e “Zerstörer” (‘Distruttore’ in tedesco) può essere una buona alternativa ai soliti nomi; un disco lunghissimo (supera i 70 minuti) ma pieno di sorprese che andiamo ad analizzare in dettaglio. “Doomsday Angels” si caratterizza per le strutture classiche e la voce al vetriolo di Ian Breeg, ultimo acquisto della formazione; la relativa lunghezza del brano (oltre 6’30’’) permette diverse evoluzioni chitarristiche anche apparentemente fuori scala. “Project A119” è interrotta da rumori di arei in volo e dai suoni della strumentazione, ma sotto questa superficie esuberante è un brano così priestiano da meritarsi l’applauso. “Cuband Crisis-Insomnia” sovverte completamente la struttura del classico brano heavy metal, e si prende così quasi un quarto d’ora: così, dopo circa sei minuti di schitarrate, abbiamo un solo d’organo quasi lisergico, una sezione dominata dalla chitarra acustica, quindi una ripartenza che è quasi un altro brano fino alla conclusiva ripresa del refrain originario. “F.R.A.G.I.L.E.” è un intermezzo psichedelico di circa tre minuti, mentre “NORAD Altert” aumenta di colpo la velocità e la grinta. Siamo ormai verso la conclusione, ma gli ultimi due brani prendono insieme ancora quasi venti minuti: “HL7442” convince per il refrain potente, mentre la conclusiva “Able Archer 83 DEFCON1/Zerstörer” impasta tutti gli elementi ascoltati finora, candidandosi ad essere la ‘summa’ dell’intero disco. Dategli una chance! Una curiosità: la copertina è molto simile a quella dell’ultimo disco dei Dark Forest inglesi, “Dawn of Infinity”.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10