(Season of Mist) Si avviano ai quindici anni di carriera i finlandesi e infatti il loro compleanno sarà celebrato il prossimo anno, preceduto dal sesto album in studio. Una discografia piuttosto nutrita grazie a innumerevoli split ed EP, hanno permesso alla band nordica di evolvere il proprio sound che è sostanzialmente un incrocio tra death metal di fabbricazione scandinava dei primordi e il doom metal affatto sabbathiano e solitamente andante anche per via di influsssi heavy metal. Schemi confermati anche in “The Tritonus Bell” che è ammirevole per la sua qualità sonora, pulita ma dai toni comunque sufficientemente oscuri, grazie al mixaggio e masterizzazione di Andy LaRocque. Forse “The Tritonus Bell” è una buona summa del modo di suonare e comporre degli Hooded Menace. L’album si rivela possente ma fluido nel suo scorrere, grazie a ritmi semplici che sottolinenano i vari passaggi e momenti di evoluzione del songwrtiting. Per esempio “Blood Ornaments” è uno dei momenti interessanti di questo evolversi e manipolare al meglio la composizione. Le tinte fosche che rievocano scenari della prima orda svedese del death metal quanto anche il meglio di un’evoluzione successiva verso tratti melodici più compositi e lavorati, mentre le fasi ‘maledette’, annerite dal doom metal sono anch’essi dei momenti fluidi, intensi, costruiti con qualche linea heavy portante. Dopo tre anni dall’ultimo “Ossuarium Silhouettes Unhallowed” Hooded Menace pubblicano ancora una volta con Season Of Mist, segno che l’etichetta francese ha ben a cuore questa band che sa suonare in maniera completa e con un minimo di sguardo al passato ma senza essere datata.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10