(Grom Records) Gli Hordes Of Decay si sono formati da pochissimi anni, “The Kings Will Be Ready” è il debut album e tuttavia la band non sembra una formazione di sprovveduti e giovinastri alle prime armi. Sick Mind, bassista, THC, uno dei due chitarristi, e The Saint, voce, provengono dai Profane Prayer, black metal band con un album all’attivo; il bestiale batterista Maelstrom ha un curriculum lunghissimo, ma basterebbe citare la sua presenza in Thou Art Lord, Nergal e Dodsferd. Con queste credenziali, forse non altisonanti e oltremodo scarne, si prova a spiegare l’eccellenza di questo album dal sound crudo, feroce e devastante. Black metal che sfuma in atteggiamenti thrash e death metal. Canzoni dall’essenza nera, malsana. Atti perfidi e ammantati di melodie spaventose. Maelstrom picchia sulle pelli, con forza, con estro, detta i tempi e il passo a queste marce. Le chitarre non lesinano in riff tempestosi o in trovate dove le melodie sono spiriti che si abbracciano. The Saint è il vate nero, il demone che sputa fuori parole marchiate dal segno dell’inferno più nero. “The Kings Will be Ready” riassume quanto detto. “Purification by Unearthly Forces” alterna blast beat a cavalcate e “Humanity Last Stand” si alterna tra un black metal alla Satyricon e un thrash in low tempo. “I Pray for the Death” è un’epica marcia, dove a capo c’è il vessillo del male e “When the Dark Conquers the Light” è anche lei per metà una marcia altezzosa, la quale poi esplode nell’ira più acerba e dannata dove Maelstrom batte forte, con padronanza e comportandosi da fido scudiero alla fiera bellicosità delle sei corde. “The Kings Will Be Ready” è un cerimoniale e gli Hordes Of Decay sembrano i sacerdoti di questa poco raccomandabile cerimonia. E’ difficile trovare dei debut che siano così affascinanti e catalizzatori del male. Oltretutto i greci HOD sfoggiano un sound blackened che riesce a toccare più soluzioni e facendolo con immediatezza e senza strafare.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10