(W.T.C.Productions) Trentesimo anno di attività per i finlandesi Horna, trent’anni di devastazione, di black metal efferato, brutale, sicuramente ricercato ma diretto, micidiale, letale, attraverso le tre incarnazioni dei tre frontman che si sono avvicendati: Werwolf, poi Corvus, fino l’attuale Spellgoth, in forza per oltre la metà della storia della band. Una dozzina di album pubblicati (il precedente è stato “Kuoleman Kirjo” uscito quattro anni or sono, recensione qui), infiniti spettacoli, una forte devozione verso l’occulto, alla dimensione rituale del satanismo, alla devozione che si allarga alla tradizione nazionale e alla stessa lingua madre: gli Horna sono l’incarnazione suprema del black metal, tanto sulfurei quanto esaltanti, tanto violenti quanto seducenti, tanto macilenti quanto provocanti. “Hymni I“ è violenta, efferata, devastante, prorompente, “Hymni II” si rivela rocambolesca, travolgente, con un’evoluzione verso un mid tempo irresistibile, pulsante, maledettamente oscuro. Con “Hymni III” la violenza impattante si dirada e la musica diventa più introspettiva: certo, non stiamo in ambiti leggeri, non si esce ai confini del black estremo della band, ma l’incedere risulta più profondo, più introspettivo; ci sono mid tempo possenti, le teorie melodiche e i fill della chitarra sono più incisivi, la progressione diventa atmosfericamente impattante, apocalittica, provocante. Turbolenta ed avvolgente “Hymni IV”, brano con un senso epico monumentale, infernale ed ossessiva “Hymni V”, prima della conclusiva “Kuoleva Lupaus” (brano con il precedente bassista, Hex Inferi), acustica, intima, profonda, ipnotica. Black possente, intenso, incisivo: diretto ma infinitamente identificativo, personale, orgoglioso. Un black capace di essere tanto apocalittico quanto catartico, tanto esplosivamente devastante quanto suggestivo, contorto, misteriosamente introverso!
(Luca Zakk) Voto: 9/10