(Blood Fire Death/No Humano Records) Sono rimasto piuttosto stupito nel vedere un album come “Exile” uscire per la spagnola Blood Fire Death, etichetta dedita di solito a sonorità moderne, come metalcore, math, djent e deathcore. In questo disco, il terzo per gli Human Ashtray, troviamo invece dell’ottimo death metal, a cavallo tra il thrash/death melodico di Hatesphere, At The Gates, The Black Dahlia Murder e soluzioni più brutali, affini ad acts come Defleshed e Aborted. I sei pezzi (più intro) proposti, trasudano tecnica, brutalità, vocals gorgoglianti alternate a parti in scream, rallentamenti sulfurei che fanno capolino in mezzo a parti veloci e violentissime. “Post Mortem Nihil Est”, con una durata oltre i sette minuti, è il miglior pezzo dell’album. Dentro ad esso troviamo di tutto: rasoiate di chitarra, che macina riffs feroci e complessi, un drumming al limite dell’umano, rallentamenti soffocanti, cambi di tempo continui ed un dinamismo non comune in ambito death metal, per brani di questa durata. A parte l’ultimo pezzo “Death Is Certain, Life No”, le altre songs sono di durata più contenuta, e badano al sodo, consegnandoci un concentrato di violenza e brutalità davvero notevole. Come dicevo prima, “Death Is Certain, Life No”, è l’altro pezzo lungo dell’album, con i suoi oltre sei minuti di durata. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un pezzo estremamente variegato, che comincia con riffs lentissimi, per poi accelerare brutalmente, mentre le parti vocali sono particolari, con i growls che si alternano ad acuti e parti parlate in spagnolo. Un album potente e decisamente brutale, senza mai risultare caotico grazie ad una buona produzione ed all’elevato tasso tecnico della band.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10