(Deepsend Records) Ammetto di non avere mai sentito parlare in precedenza dei Malesi Humiliation, e sono rimasto piacevolmente impressionato dalla loro musica. Va detto sin da subito che la loro proposta musicale è tutto fuorché originale o innovativa, visto che il combo affonda le proprie radici in un death metal di stampo Inglese tipicamente anni ’90; frequenti sono, infatti i richiami a bands come Benediction e Bolt Thrower, ma con una marcata matrice thrash, soprattutto per quanto riguarda il guitar riffing, ricco di cambi di tempo che trovano il loro apice nel brano “Liberated Area”, che parte cadenzato e solenne, per sfociare in un mid tempo che richiama alla mente i Sodom di “Magic Dragon”. La voce di Bear Bee è potente e gutturale, senza essere esageratamente profonda, una via di mezzo tra Dave Ingram e Tom Angelripper. “No Land Rights to Speak Of” si erge su un riff monolitico, creato per scatenare l’headbanging più furioso, che lascia il posto ad un’accelerazione repentina e travolgente, prima del finale lentissimo di matrice doom. Un album che, nonostante non proponga assolutamente nulla di nuovo, suona fresco e coinvolgente, grazie alla buona perizia tecnica e il buon gusto compositivo del quintetto Malese. Vivamente consigliato a coloro che amano il death metal incontaminato proposto negli anni ’90.
(Matteo Piotto) Voto: 7/10