(Napalm/Audioglobe) Non posso negare (e la prova è QUI) di essere rimasto incredibilmente impressionato dall’esordio degli Huntress, e mi aspettavo naturalmente un’altra bordata pazzesca con questo secondo full-“length”: eppure l’unica cosa che ho pensato dall’inizio alla fine dell’ascolto è stata ‘ragazzi, ma cosa vi è successo?’. “Starbound Beast” sembra mantenere ben poche delle promesse del debut, e finisce per rivelarsi una prova abbastanza piatta e statica di heavy/horror metal: nulla che stimoli veramente l’ascoltatore viene a galla, e se non si può negare che il compito sia eseguito almeno in modo sufficiente, mancano sicuramente il mordente e la capacità di osare. Nell’opener “Blood Sisters”, pure la bellissima singer Jill Janus mi sembra un po’ sottotono: ricordavo la sua prestazione strabiliante nel singolo “Eight Swords” e mi aspettavo qualcosa di ugualmente aggressivo… forse è penalizzata dalla produzione? Il brano comunque si rivela classico e massiccio come doveva essere, ma niente di più. “I want to fuck you to Death” (scritta addirittura in collaborazione con Lemmy!) è così scoperta nel suo refrain da rasentare il cattivo gusto… poi se magari vi stuzzica la Janus che vi urla profferte di eros e thanatos allora accomodatevi! La titletrack rallenta quasi fino al doom, ma il risultato mi sembra un po’ fiacco; si va meglio con i fraseggi quasi NWOBHM di “Oracle”, ma anche il refrain di “Spectra Spectral” mi appare un po’ monocorde. In chiusura c’è sicuramente più energia con “Alpha Tauri”, che racconta di viaggi spaziali e ha, quindi, una sorta di intermezzo space rock più o meno alla sua metà. Devo dire di essere abbastanza deluso da questo “Starbound Beast”, confido che la band sappia riprendersi in futuro.
(Renato de Filippis) Voto: 6/10