(Autoproduzione) Uno dei lati positivi del ritorno in auge del thrash metal, è la possibilità offerta di riscoprire bands che, nonostante l’indubbia qualità della proposta musicale, non hanno avuto modo di raccogliere quanto seminato. Un esempio ne sono gli Hydra, formazione Marchigiana che possiamo considerare tra le prime movers della scena thrash tricolore. La band nasce, infatti nel 1985, e nonostante non sia riuscita a lasciare altro che una manciata di demos, va dato ad essa il merito di averci provato. Dopo svariati cambi di line up ed il mini cd “Psycho Pain Control” rilasciato con il monicker Aydra, nel 1997 l’unico membro rimasto della formazione originale, il chitarrista Giovanni Rovatti lascia la band, la quale prosegue con il nuovo nome virando verso un thrash death metal più moderno. Il 2008 vede la line up originale riunirsi, pubblicando nel 2012 il cd contenente cinque brani intitolato “Heaven’s Tree”. Nel 2013 avviene un altro avvicendamento, con la fuoriuscita del bassista Marco Marasca, sostituito da Isa Galeazzi. Con questa nuova formazione, gli Hydra hanno rilasciato questo “Darkchild”, album che contiene sette pezzi (più intro) di thrash metal old school, ricco di riffs incalzanti, potenti e diretti, con buoni cambi di tempo ed una furia esecutiva di tutto rispetto. Le influenze principali sono più o meno le stesse che la band aveva fin dagli inizi, unendo la violenza sonora degli Slayer al riffing più ragionato dei Metallica, mentre sporadicamente sentiamo richiami più tecnici tipici dei Testament. I pezzi hanno un ottimo tiro e, nonostante non propongano assolutamente nulla di minimamente innovativo, colgono nel segno, grazie all’ottima alternanza tra assalti all’arma bianca e rallentamenti nati per scatenare l’headbanging più furioso. L’unico pezzo leggermente sottotono è “Cicles”, per via di un riffing troppo ripetitivo e monocorde, salvato comunque da un ottimo stacco centrale, pregevoli assoli e parti di basso corpose che spiccano. Vivamente consigliato a tutti gli amanti del thrash old school.
(Matteo Piotto) Voto: 7/10