(Fighter Records) Quando ho letto che gli Hyperion, fra le molte band che portano questo nome, erano italiani, devo dire che ho pensato a un ritorno della band power bergamasca con questo nome, autrice di un solo disco con la Massacre nel preistorico 1999 e poi dissolta nel nulla… gli autori di questo meritevole “Into the Maelstrom” sono invece bolognesi, pubblicano oggi il secondo disco e si tengono più vicini a un classico heavy metal tricolore. Alla thrasheggiante e thrasheggiata titletrack si contrappone “Driller Killer”, che al netto del vertiginoso assolo mi ha ricordato molto i gloriosi Mesmerize. Ottima, soprattutto per le linee vocali, la muscolare “The Maze of Polybius”; heavy metal d’assalto, positivo e fracassone, per “Fall after Fall”. Arriva poi il brano che non ti aspetti, l’epos di nove minuti “The Ride of Heroes”, cadenzato e ispirato quanto basta per far pensare addirittura ai Darking, se non addirittura ai Battle Ram; si chiude in velocità con la scheggia “Bridge of Death”. Un buon disco, che forse avrebbe ancora guadagnato da una produzione più ‘pompata’ e incisiva.
(René Urkus) Voto: 7/10