(Nuclear Blast) La band di Peter Tägtgren non è mai entrata nelle mie preferenze e agli Hypocrisy ho sempre preferito i Dismember, gli Entombed e i Grave, in assoluto. Tuttavia non si può assolutamente prescindere da loro e Tägtgren è comunque un grande musicista. Insomma, il loro posto nel pantheon del death metal svedese è sacrosanto e non sarò di certo io a sindacarlo, confermato poi da lavori che hanno contribuito a tracciare un percorso seguito poi da tanti altri. Oltre venti anni di carriera, riversati in questo “End of Disclosure” che francamente mi sembra essere all’altezza dello stile tipico della band svedese. Un sound levigato, delineato con cura, quasi sul thrash metal in più momenti e con quella tipica aderenza tra riffing e drumming che in più riprese viaggiano insieme creando quelle caratteristiche andature che in tanti adorano. Mi sento di segnalare “Hell Is Where I Stay”, in particolare per un mid tempo accattivante e perfettamente nello spirito di questa simbiosi tra chitarre e batteria. Ovviamente non mancano ritornelli e linee melodiche del tipico swedish death metal e d’altronde se non lo esibiscono gli Hypocrisy chi deve farlo? Le centinaia di band clone? Dunque tutto in regola, forse anche troppo. Si, manca quello spunto brillante e superlativo, come se “End of Disclosure” fosse un set di canzoni messe in piedi anche con un pochino di mestiere, esperienza, sicuramente stile personale e forse con una buona quantità di riff che la band teneva dentro. Non c’è comunque quella patina di vecchiume o old style. “End of Disclosure” suona perfetto nella sua magnifica produzione, coerente con il blasone della band, e dell’etichetta, e credo sarà soddisfacente per tutti i fans e non solo.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10