(Les Acteurs de L’Ombre Productions) C’è molto più black metal efferato nel secondo album dei francesi Hyrgal, i quali debuttarono tre anni fa con l’ottimo “Serpentine” (recensione qui). Più violenza ma anche molta tecnica ricercata, un suono tagliente ma caldo, supportato da un basso sensuale e frequenti divagazioni melodiche che un po’ identificano il sound crudele del trio. Rispetto al primo album la line up è quasi completamente cambiata, tranne per il fondatore, ovvero Clément Flandrois anche degli Swart Crown e, guarda caso, il nuovo batterista viene proprio dalle conoscenze del leader, visto che si tratta di Nicolas Muller, un ex-Svart Crown. Spietata ma anche con sembianze epiche “Colère Noire”, groove illimitato con la favolosa “Malthusien”, un brano ricco di chitarra con un irresistibile assolo verso la parte finale. Ancora la chitarra che dimostra molta tecnica e fantasia sulla incalzante “Ennemi(e)s”, un brano con un break down dal gusto apocalittico, un intermezzo delicato ma ricco di una inquietante oscurità ed un finale pregno di melodica tragedia. Atmosferica, spirituale, remotamente tribale “Sépulcre”, pulsante e rocambolesca “Glyphe de Sang”, altra canzone beneficiata da un intermezzo che trasuda suggestione. Dentro la pulsante “Héritier mort-né” emerge del black tuonante con una melodia di chitarra incisiva e decisamente epica, il tutto supportato da un drumming assolutamente superlativo, prima della conclusiva “Triste Sire”, un brano molto variegato, aperto da sensazioni destabilizzanti, arricchito da dettagli symphonic black, corredato da clean vocals che duettano con il growl feroce, il tutto avanzando verso un finale noise ambient ipnotico. Un black intenso, violento, veloce e travolgente. Un black che nonostante la rabbia riesce ad essere sempre ricco di atmosfera, di melodie glaciali e penetranti, il tutto amalgamato in una intenzionale e caotica mancanza di pulizia del suono, un dettaglio che arricchisce infinitamente l’assalto frontale offerto da “Fin de Règne”.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10