(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Ulteriore affilamento delle lame lungo il percorso stilistico che porta i francesi Hyrgal al terzo album, dopo il viscerale debutto “Serpentine” (recensione qui) e l’aumento della componente tecnica emerso sul secondo “Fin de Règne” (recensione qui). Questo poderoso nuovo album omonimo sostanzialmente ingloba le componenti essenziali dei due dischi precedenti, il tutto scatenato dentro un turbinio di impenetrabile oscurità aggravata da un tanto immenso quanto soffocante sentore apocalittico, senza tralasciare evoluzioni melodiche, assoli ed atmosfere avvolgenti. Brani come “Légende Noire” inglobano un assalto frontale spietato, divagazioni atmosferiche a tratti quasi epiche, il tutto con accenti melodici non strettamente legati al black. Altro esempio dell’intenso stile della band è “La Foudre Puis La Nuit”, un pezzo ricco di disperazione violenta, remote radici pagan, tremolo scatenato, drumming furibondo fino ad una improvviso cambio di direzione, verso un ambient, quasi un noise tribale, una lenta e lacerante discesa verso gli inferi che poi esplodono senza ritegno coronati da melodie taglienti. Immenso il mid/slow tempo iniziale di “Vermines”, quasi l’anticamera della devastazione crudele che la band riesce a scatenare con l’evoluzione della traccia, la quale poi cresce verso un finale nuovamente atmosferico con perverse ipotesi liturgiche. Un altro album che travolge, devasta e destabilizza. Violenza, oscurità, tecnica e cinismo che ancora una volta si intrecciano come serpi velenose, dentro un turbinio sonoro volutamente caotico, sporco, malato, mortalmente infetto.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10