(Punishment 18 Records) Senso album in quasi due decadi per gli italiani Ibridoma, alle prese con temi complessi e socialmente impegnati, come si può intuire dai titoli dei pezzi. Pezzi che in due casi son in lingua madre… con risultati che sinceramente mi hanno convinto molto poco. Peccato, perché il resto dell’album, ossia la parte in inglese, è nettamente migliore, quasi come se si ascoltasse un album a parte. Il metal proposto è molto classico, fatto di ottimi spunti, suonato con esperienza e mestiere, facendo trasparire un’assidua attività live sottostante, a conferma della bontà degli intenti del gruppo. La voce, simile vagamente a quella del buon Ripper Owen, malleabile e adatta virtualmente a qualsiasi genere, dal thrash al power, si adagia su canzoni dalla struttura rocciosa e solida. Ecco, forse thrash e power sono i due estremi entro i quali i nostri giocano sapientemente, tra assoli tecnici e riff molto più semplici, epici e diretti, il tutto senza mai scordare l’amore che le band tricolori hanno sempre avuto per i toni epici, qui comunque meno presenti rispetto ad altri colleghi conterranei. Un lavoro onesto, fatto di passione ed esperienza, senza magari una vena prettamente innovativa, ma forse, di tutta questa innovazione, non se ne sente più di tanto il bisogno di fronte a risultati come questo.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 7,5/10