(My Graveyard/Masterpiece) Fra le tante formazioni che si vantano di professare il genuino verbo dei Manowar, i sardi Icy Steel sono sempre stati, a mio giudizio, i più ortodossi e capaci: e questo non tanto sotto il mero profilo del sound e dei testi (il che, data la situazione attuale dei Kings of Metal, è sicuramente un bene!), ma per quella atmosfera epica e senza tempo che molte delle loro composizioni riescono a creare. “Krònothor” è il terzo disco: mi ricorda più l’esordio, genuino e sanguigno, che il successivo “As the Gods command”, forse troppo inclinato verso il power. Vediamo i brani più significativi: come sempre, sono quasi tutti lenti e corposi, e puntano sulla sostanza piuttosto che sulla velocità. “The War within” è un macigno dove gli inserti di chitarra acustica creano vaghi sprazzi che definirei folk, anche se l’impianto generale è quello di un epic/doom che a tratti ricorda i Doomsword. Ancora più folkeggiante, grazie soprattutto all’apparire del flauto e a un certo uso della batteria nel break, “Memories from the Past”; ma se volete un approccio più classicamente heavy, a tratti addirittura bathoriano, basta rivolgersi alla traccia successiva, “Astrologic Centuries”. “An epic Love” dimostra che anche dei defenders duri e puri come gli Icy Steel possono comporre una ballad (a suo modo) delicata e toccante, che nel finale sfuma come un vecchio vinile rovinato. Ancora epicità stentorea nella suite “Earth/Wind/Sky”, dedicata alla forza degli elementi; in chiusura, “Follow the Flag” ha un approccio meno epicheggiante e quasi rockettaro, che costituisce una gradevole variazione in un disco altrimenti troppo omogeneo. Decisamente un ottimo lavoro, che piacerà a chi ascolta, oltre le band già citate, Battleroar, Holy Martyr e Wotan.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10