(Autoproduzione) “Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori…”, così Shakespeare e così hanno voluto fare propria questa affermazione gli Ideogram. La band italiana ha celato le identità dei cinque musicisti dietro a delle maschere, tranne per la soprano Opera, e presentandoli, precedentemente all’uscita di “Raise the Curtain”, attraverso dei filmati suggestivi e che riprendevano i soggetti comunque mascherati. Una sorta di teatrale presentazione di se stessi e del messaggio di ciò che vogliono comunicare attraverso la loro musica. Per gli Ideogram anche la scelta del nome è teatrale: un segno o simbolo e il suo concetto e significato. Mettiamo però da parte queste sofisticate e ampollose trovate promozionali e puntiamo direttamente alla musica, la quale presenta situazioni classico/sinfoniche, grazie alla stupenda voce di Opera e alle tastiere di Grand Guignol (anche screamer), in queste canzoni che vivono su strutture black e gothic metal. “Silently” è in debito verso i Cradle Of Filth, come quel qualcosa nel riffing di “Evil”. “Theater of the Absurd” ha una melodia quasi epica e le chitarre propongono anche sfumature thrash metal, in quella che è una canzone molto dinamica e con diversi fraseggi solisti delle sei corde. “Mirrors” ha un incipit tenebroso e seguito da un incalzare molto heavy, ma il clima generale è di tipo gothic metal. La canzone propone poi un finale particolare, un motivetto di congedo e decisamente di taglio diverso da tutto quello sentito in questo lavoro prima di questa canzone conclusiva. I brani sono solamente quattro, c’è anche una intro, ma sufficientemente in grado di rendere conto all’ascoltatore sulla direzione stilistica di questa band. Il songwriting è ancora acerbo, tanto da rendere palesi certe influenze, e quindi spero migliorino negli arrangiamenti. La band ha idee e le propone e inoltre credo abbia già in nuce alcuni tratti caratteristici di un futuro marchio di frabbrica, vedi ad esempio il comparto vocale in grado di offrire buoni contrasti tra la celestialità di Opera e gli inserimenti scream/growl (l’ultimo è del chitarrista Kabuki). Bocciato invece l’intervento maschile in clean vocal su “Theater of the Absurd”. Servirà tempo e altro materiale per capire la vera portata di questa band, ma intanto ha il mio sincero incoraggiamento.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10