(Sliptrick Records) La Sliptrick parla di hardcore’n’roll in merito allo stile dei piemontesi, sono di Mondovì, If I Die Today, eppure l’ascolto mette di fronte non solo alle due suddette matrici, ma anche a sfumature post hardcore o metal che siano, nu metal, stoner, neo-djent e così via. C’è il tutto di molti stili e c’è anche l’essenza di un sound moderno creato con un retaggio di cose ampiamente note. “Cursed” si assimila immediatamente perché i brani hanno per buona parte di loro una breve durata e la cosa è solo un bene. Gli IIDT non giocano molto sulle melodie, eppure ne creano, ma l’impatto, la forza, il casino, sono le caratteristiche principali dei piemontesi, sono quelle che irrompono e rompono! Assalti sfrontati e diretti, come nel caso di una band che alla base ha un identità hardcore, tra l’altro ottimamente svelata in “Vincent”. Vestito di una produzione pulita, ma che lascia intendere la vera identità dei suoni, il loro spessore e carattere, come nel caso della title track, l’album “Cursed” si presenta con fiera identità, sia per quanto riguarda il songwriting che per i buoni incastri che i singoli determinano tra di loro. “Jesus” apre l’album con ipnotica e schizzata attitudine. L’hardcore, o post che sia, scorre fervido e carica come una molla l’ascoltatore. Soprattutto però avvia una galleria di personaggi che popolano l’universo testuale dei pezzi: la Contessa Bathory, Patrick di “American Psycho”, Faust e altri. Dei cursed, dei maledetti tratteggiati dai colpi di un drumming iper convulsivo, dai fendenti di un basso ribollente e da un muro sonoro che le due chitarre erigono e lasciano poi franare sull’ascoltatore. Il cantato è Marco Fresia: un pazzo del quale non si capisce se è lui ad andare dietro alla musica, oppure è essa che tenta di raggiungerlo!
(Alberto Vitale) Voto: 8/10