(Iron Bonehead Productions) Una lunga, lunghissima intro fa da apripista al debutto discografico degli scozzesi Ifrinn, una band dedita al più nero dei culti immaginabili, fatto di entità che se ne sbattono dell’effimero genere umano. Dopo la calma che accompagna fin dentro l’album, ecco la tempesta sonora, un misto di Horna e Nihilist, musica nera come non ne sentivo da un po’, malsana oltre ogni decenza, sputata fuori senza troppo curarsi della parte esecutiva. Qui in effetti si avvertono solo sensazioni… e non è detto che vi piaceranno. La qualità è molto alta, se non per la furenza assidua nel martellare pelli e corde fino allo stremo. Non c’è molto spazio per orpelli stilistici, qui si va diretti al centro del ciclone sonoro, come impone il culto. Il disco merita più di un ascolto, giusto per cogliere comunque ogni minima sfumature in un’opera che, essendo un debutto, ha evidentemente beneficiato del favore di qualche divinità.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9,5/10