(Candlelight Records) Ihsahn finisce con l’andare sempre oltre se stesso. Lui cambia, si evolve. Ihsahn con il tempo è diventato un musicista a tutto tondo. Era già accaduto con gli Emperor, ma una volta smessi i panni del ragazzetto con volto dipinto e idee radicali, è passato a comporre della musica sempre più ambiziosa, inevitabilmente diversa. Sette album solisti in undici anni rappresentano qualcosa di notevole, anche per via della qualità espressa e delle innovazioni che al netto di ogni possibile gusto personale, rappresentano la chiara capacità del norvegese di proporre un discorso musicale continuamente diverso. Quasi dispiace che il norvegese in “Àmr” ancora proponga, ma solo a sprazzi, la voce in scream o comunque quel suo tono estremo, quando nelle parti clean riesce notevolmente a toccare le note giuste. C’è del metal che ha tratti prog in questo nuovo album, ma si rasenta anche una matrice rock che tuttavia è foderata di distorsioni ben bilanciate ma toniche. Abili le tastiere a inserirsi, insieme ad ogni altro aspetto elettronico, come una parte d’accompagnamento o di nutrita importanza a seconda dei casi. Queste canzoni sanno dare atmosfere o significative progressioni, riff, percorsi netti e musicalmente identificabili. Magnifica “Where You Are Lost And I Belong”, canzone che marca dove sia arrivato al giorno d’oggi Ihsahn. “Marble Soul” ha una grazia indiscutibile, “Arcana Imperii” ha risvolti che ricordano lampi sonori degli Ayreon, grazie anche al contributo di Fredrik Åkesson degli Opeth. Così, avanti, per tutto l’album, c’è una sana interpolazione di synth, ritmi e chitarre che spostano lo stile da qualcosa di nettamente progressive, a un estremismo raffinato, cauto, ma sicuro.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10