(Autoprodotto) Gli italiani Ikitan sono un trio strumentale che si affaccia sulla scena con un debutto che si materializza in una poderosa jam session la quale si sfoga in un post metal intenso, creativo e tecnico. Un solo brano che dura, guarda caso venti minuti e venti secondi. Davvero, non c’è un canonico percorso di composizione, di arrangiamento, di pensiero a priori per giungere alla forma finale del brano. Non c’è stesura, niente scrittura, nemmeno tante prove verso un lavoro finale: “Twenty-Twenty” è improvvisazione, fraseggi scatenati ed intensi, suoni totalmente liberi, espressività senza confini, dando alla musica quello che merita con la sua naturale e più pura forma, una forma che assume le sembianze di un viaggio, breve ma dannatamente intenso. Lo stile abbracciato è sicuramente heavy, risultando pure atmosferico e sensuale, oltre che deliziosamente prog con una tendenza totalmente post-rock, post-metal, capace di far sognare tanto quanto colpire con violenza e grinta. Brano poderoso diviso sostanzialmente in tre atti con una unica dominante che con furbizia torna ad affacciarsi: il primo atto divaga su progressioni intensi, il secondo aspira al sublime disagio del post metal, mentre il terzo abbraccia un metal più groovy, più curato, più profondo, sempre un basso granitico e chitarre che sanno andare oltre e far sognare. “Twenty-Twenty” è la durata. “Twenty-Twenty” è l’anno di registrazione e pubblicazione. “Twenty-Twenty”, per gli Ikitan, è un numero magico che scatena quell’incantesimo sonoro dentro il quale è affascinante e provocante lasciarsi andare. Completamente.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10