(Adulruna) Altra band che scopro in sede live, in quanto opener del tour dei Therion, il quale è passato anche per l’Italia con una tappa memorabile. Gli Imperial Age dono russi, sono in circolazione da cinque anni ed il loro show mi ha dato l’opportunità di scoprire una band con un talento immenso, cosa notata anche da Christofer Johnsson dei Therion stessi, il quale li ha fatti firmare per la sua etichetta Adulruna. Una line up intensa, due tastiere, due voci femminili (delle quali una fantastica soprano), una voce maschie, una voce growl… un insieme di suoni ed orchestrazioni impressionante, ed uno stile accattivante e coinvolgente. Sono sicuramente una band ispirata ai Therion (nel CD c’è pure la cover di “To Mega Therion”, definita da Christofer come la ‘migliore che lui abbia mai sentito’… e credo abbia ragione!) ma dove i Therion virano verso l’occulto in un contesto musicale progressivo, gli Imperial Age invece puntano a impostazioni gloriose, tarando i suoni su un power metal sinfonico, nello stile di Rhapsody of Fire o Serenity… tanto che tra gli ospiti c’è -guarda caso- anche Fabio Lione! Si vede che Alexander, la mente della band, ha voluto (giustamente) puntare in alto visto che la lista degli invitati annovera anche il batterista Dariusz Brzozowski (Dimmu Borgir), Sergey “Lazar” Atrashkevich (Rossomahaar e Аркона) e pure la cornamusa di Vladimir “Wolf” Reshetnikov (Аркона). Con musicisti così in gamba, con due female vocals meravigliose (in tutti i sensi) ed un paniere di guest del genere amplificato dal supporto di Christofer Johnsson, era quasi scontato che “Warrior Race” si rivelasse una bomba: una release che non stanca mai, che continua a generare un impulsivo desiderio di ascolto. Un disco pieno di melodia, pieno di arte, pieno di ritmica, maledettamente tecnico ma anche superbamente catchy. Abbinamenti di voci senza confini, con l’apice offerto dalla fantastica Alexandra “Rys” Sidorova, una soprano che potrebbe stare proprio … nei Therion! “Anthem Of Valour” è dannatamente epica, iper sinfonica, veloce, potente, ricca di cori favolosi con un ritornello glorioso, dove la voce di Lione spicca con una grande intensità. “Aryavarta” e tra il cadenzato ed il mid tempo: Alexandra offre una performance superlativa ed il crescendo che porta al fantastico ritornello power è un qualcosa di memorabile (e dal vivo è immensità assoluta!). La title track torna su toni epici (dopo tutto il disco è ispirato all’Iperborea, la terra leggendaria con la sua civiltà preistorica evoluta) e la combinazione di voci ed arrangiamenti sinfonici, costrutiti su riff power è coinvolgente e magnetica. La cover dei Therion è fantastica, mentre “Death Guard” è forse il lato più ‘Therion’ degli Imperial Age. “Battle Heart” contiene molto folk e vanta una cornamusa veramente ben suonata. “Vanajeim” è potente, musicalmente in equilibrio tra il puro power, il sinfonico ed un atmosferico creato per dare spazio alla grandiosa soprano. Complessa la linea vocale della singer su “Time Of Virginity II”, mentre la conclusiva registrazione live di “Turn The Sun Off!”, ovvero i quasi quindici minuti della title track del loro full length del 2012 conclude una panoramica delle potenzialità immense di questo act di Mosca. Una band vera, una band che crede nelle proprie potenzialità e che guarda avanti, molto avanti. Un sound intelligente, ricco di tradizione ma moderno, una registrazione molto curata (anche quella dal vivo!). Un insieme di artisti di alto spessore i quali si meritano una florida carriera.
(Luca Zakk) Voto: 9/10
(Adulruna Records) Il primo disco pubblicato dalla Adurluna Records, neonata etichetta di Christopher Johnsson dei Therion, è la nuova versione ‘rivista’ dell’ep del 2014 “Warrior Race” dei russi Imperial Age, che proprio con i Therion sono in tour in questi giorni. La band, che ha ben due donzelle in organico, ha compiuto uno sforzo produttivo davvero notevole, e vanta la partecipazione di numerosi ospiti, fra i quali il nostro Fabio Lione. L’iniziale “Anthem of Valour” tradisce immediatamente la propria origine russa: per i fan dei Rhapsody of Fire sarà un brano notevolissimo, veloce e potente, ma lo trovo addirittura troppo pomposo e barocco, con i suoi cori sparati a mille quasi senza che sia necessario! Molto meglio la solenne “Aryavarta”, oltre sette minuti fluviali e solenni che vantano anche un godibile break folk: io ho pensato a una delle mie band preferite, per quanto erroneamente ritenuta di seconda fascia, i finlandesi Dreamtale. È con i tempi medio-lenti che i sovietici funzionano alla grande: “Vanaheim”, più avanti in scaletta, si anima di un epos marziale molto potente. La titletrack, fatto salvo il differente approccio vocale, ha addirittura qualcosa dei Turisas, mentre è di nuovo fin troppo barocca e sovraccarica la cover di “To Mega Therion”, sempre – guarda un po’ – dei Therion. Neoclassiche melodie vivaldiane si mescolano ad un folk alla Skiltron in “Battle Heart”; in modo del tutto inusuale, il lungo ep si conclude con una versione live (di ben 14 minuti!) di “Turn the Sun off!”, titletrack del disco precedente, che dimostra le capacità live dei russi. A parte le piccole sbavature citate, una prova di sicuro impatto per tutti gli amanti del symphonic metal più ‘sparato’.
(René Urkus) Voto: 7/10