(Psychout Records) A Nicke Andersson proprio non riesce di starsene con le mani in mano. Nella sua carriera, il musicista e cantante Svedese è passato attraverso vari stili musicali, a partire dagli Entombed, con i quali ha praticamente inventato lo Swedish death metal, fino agli Hellacopters, con i quali suonava un rock’n’roll grezzo e rumoroso. Dopo lo scioglimento di questi ultimi, Nicke fonda i Cold Ethyl, che cambiano presto monicker, diventando Imperial State Electric. “Honk Machine” è il loro quarto album, che si stacca parzialmente dal rock’n’roll che caratterizzava i tre lavori differenti, in favore di sonorità riconducibili al pop rock degli anni ’60/’70. Non mancano le parti energiche, come l’opener “Let Me Throw My Life Away”, che richiama palesemente i Kiss di “Sweet Pain”. L’impatto rock’n’roll rimane intatto, ma mediato da una componente melodica molto spiccata, con richiami sparsi a Creedence Clearwater Revival (“All Over My Head”) e Beatles (“Maybe You’re Right” sembra uscita dalla penna di Paul McCartney). “Walk On By” è impregnata di sonorità soul, dal ritmo cadenzato e sensuale. “Lost In Losing You” accelera il ritmo, con richiami al punk rock dei 70’s. Un album onesto, che trasuda passione da ogni nota, dove soul, blues, pop e punk rock si mescolano, dando vita ad un lavoro estremamente frizzante, melodico e coinvolgente.
(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10