(Autoproduzione) Quando si ha la fortuna di ascoltare un certo tipo di musica per un tempo considerevolmente lungo, nel mio caso vent’anni, si è inconsapevoli testimoni dei cambiamenti lenti ma inesorabili di un genere musicale. Così è stato pure per il metal e per tutte le sue innumerevoli varianti. Gli italiani In Autumn possono essere presi come esempio di come oggi il metal di stampo death svedese sia considerevolmente cambiato rispetto sia ai burrascosi e seminali esordi sia rispetto ai suoni più tecnici e sintetici dei primi anni 2000. A conti fatti i nostri non hanno fatto altro che interpretare i suoni della seconda decade del ventunesimo secolo, hanno mischiato gli In Flames più semplici con i System Of A Down più melodici (vedi “Home”) con una certa rabbia nel cantato non estranea all’hardcore più soft. Il tutto rieditato in chiave metal a tinte power. Le canzoni proposte nel palindromo “Greyerg” sono figlie dei tempi moderni, suoni sintetici ma non troppo, pesanti fino ad un certo punto, eppure orecchiabili ed interessanti allo stesso tempo. Pur trattandosi di un’autoproduzione, i suoni sono puliti e pari a quelli di una produzione di alti livelli. Magari ecco, non c’è tutta questa novità nella musica proposta, bisogna però ammettere che al gruppo va il merito di essere, consapevole o no, il portavoce di tutto quello che il metal ha prodotto negli anni 2010…
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10