(Nuclear Blast) Ho deciso di recensire gli In Flames in quanto… non li ho mai seguiti davvero! Posseggo tre dischi dalla loro discografia in passato ma non mi hanno mai fatto impazzire o non hanno mai fatto qualcosa che attirasse più di occasionalmente la mia attenzione, la quale nel contesto del famigerato Gothenburg Sound è sempre stata catturata dai Dark Tranquillity. Avendo visto di recente la band di Stanne dal vivo (qui) e avendo poi recensito il nuovo lavoro (qui), mi è sembrato coerente prendermi in carico gli In Flames per vedere cosa hanno da dire oggi, dopo tutto questo tempo, facendo quindi un confronto tra i due maggiori esponenti e fondatori di quel death melodico svedese. Ovviamente gli In Flames hanno abbandonato quel genere da diversi anni: il tutto a favore di quel caratteristico ed originale metallo alternativo, un po’ rock, un po’ melodico, un po’ atmosferico, progressivo, moderno e ricco di influenze che arrivano fino ai confini del metal core; “Battles” continua su questa strada, naturalmente, ed offre dodici brani intelligenti, curati, personali, creativi e molto ben suonati. Ma quanto torneranno gli In Flames di una volta? Purtroppo la gente fa ancora questa inutile domanda e, per fortuna, la risposta sembra ancora essere qualcosa come “mai e poi mai”. Come dicevo, io non li ho seguiti ma ovviamente so che strade hanno seguito… poi ovviamente conosco molto bene “The Jester Race”… uno dei tre dischi in mio possesso… ma quali sono gli altri due? “Soundtrack to Your Escape”, che trovo geniale… e “Sounds Of A Playground Fading” che è coinvolgente, potente, geniale. Ecco quindi la ragione per la quale mi sento in grado di valutare un “Battles” ricco di melodia, di creatività, di profondità compositiva. Coinvolgente e feroce “Drained”, ottima la performance vocale su “The End”, un brano con una produzione complessa, estremamente moderno … se non ci fosse scritto che è stato prodotto da Howard Benson, io penserei allo zampino di James Michael… tanto che quando ascolto “Like Sand” trovo ulteriore conferma di questa presenza “americana” e moderna, quell’enfasi che trovo proprio sui dischi degli Sixx AM. Bella ed palesemente commerciale (o resa commerciale) “The Truth”, seguita da un brano che mi colpisce e mi attira: “In My Room” riassume molto gli In Flames moderni, vanta un groove superlativo, linee di basso letali ed inserti melodici talvolta sorprendenti. Coinvolgimento ipnotico ricco di melodia old school con “Before I Fall”, mentre la title track è semplice ma efficace, ricca di un’essenza inneggiante e dettagli attraenti. Ancora grande voce di Fridén con “Here Until Forever”, seguita da un ottimo mix di chitarre ‘Gothenburg sound’ e modernità ‘In Flames’ con “Underneath My Skin”. Riflessiva e complessa l’ottima e lunghissima “Wallflower”, mentre la conclusiva “Save Me” mescola malinconia con un’energia decisamente positiva. Un album maturo, moderno, curato e passionale. I ragazzi ci hanno evidentemente lavorato sodo, non c’è nulla di lasciato al caso o di spontaneo ed immediato: la professionalità un po’ lascia spazio alla spontaneità… ma dopo oltre 25 anni è anche giusto, esattamente come è giusto perseverare suonando quel che passa per la testa e non cose vecchie che quattro fans datati e nostalgici continuano a chiedere; un artista deve saper creare al di sopra di critiche e pretese, non certo assecondare ed obbedire. Ed osservando l’origine della band, confrontandola con i colleghi sopra citati, noto un maturità anche dell’intera scena. Non importa se il genere sia ancora legato alle origini oppure no. Anzi, le differenze evolutive sono fantastiche e mostrano due interpretazioni opposte di un’origine identica. Questo è il bello dell’arte, è il bello della musica… cose che alimentano il piacere di chi se ne intende, di chi vuole di più, di chi ricerca nel profondo evitando un’atteggiamento stagnante e noioso. “Battles” è un’ottima interpretazione di arte, musica e creatività che sono cresciute e si sono evolute con il tempo. Che poi tutto questo si chiami In Flames e non sia melodic death metal svedese a me, francamente, non importa nulla.
(Luca Zakk) Voto: 8/10