(Punishment 18 Records) Il secondo album degli Australiani In Malice’s Wake, band attiva dal 2002 e dedita inizialmente ad un thrash metal con forti influenze metal classico. In questo album, il quartetto Australiano sposta le sonorità verso il thrash più puro, riducendo così la componente melodica in favore di soluzioni più dirette e di maggior impatto. Lo stile ricorda da vicino quello dei Testament, sia per quanto riguarda il lato prettamente musicale, dove aggressività nel riffing e assoli piuttosto tecnici costituiscono l’ossatura dei brani, sia per quanto riguarda lo stile vocale di Shaun Farrugia, singer dotato di una timbrica affine a quella di Chuck Billy. I pezzi scorrono piacevolmente, essendo ben costruiti e suonati con perizia e passione, anche se manca quel sussulto, quel qualcosa che renda riconoscibile la band dalle miriadi di gruppi thrash che ultimamente spuntano come funghi. Le canzoni sono comunque estremamente godibili, a partire dall’opener “Endless Possession”, dal riffing aggressivo e decisamente old school, o “The Crawling Chaos”, aperta da un arpeggio che ricorda quello di “Who Cares Wins” degli Anthrax, per svilupparsi successivamente in un brano grintoso ed estremamente aggressivo. Un album che difetta un po’ di varietà, ma ricco di riffs vincenti e brani che coinvolgono l’ascoltatore e che dal vivo non mancheranno di riscuotere ampi consensi.
(Matteo Piotto) Voto: 7/10