(Autoproduzione) La scelta di pubblicare un album per lo più strumentale può rivelarsi un’arma a doppio taglio, poiché o piace tremendamente, e ciò capita per gli altri musicisti che lo ascoltano e ne apprezzano le qualità tecnico compositive, o risulta tremendamente noioso per l’ascoltatore medio, il quale passa l’intero ascolto a chiedersi quando arrivi la voce. InduRancE è il nome di un solo project, definito atmospheric metal, di Max Cottica, autore di numerose soundtrack. Partendo dalla premessa che qualche traccia vocale in “The Dark Side of Negative” c’è (“Inside”) ciò non salva questo lavoro dal risultare difficilmente digeribile: gli spunti compositivi sono anche buoni, ma la scelta dei suoni rende tutto molto più sgradevole, poiché essi sono palesemente campionati e prevalentemente noise oriented. Fatta eccezione per la chitarra solista (sia negli assoli che negli arpeggi) limpida, fluida e compositivamente ispirata, il resto degli strumenti risulta troppo finto; su tutti il charleston della batteria, eccessivamente filtrato ed elettronico, che non sembra un elemento della sezione ritmica ma piuttosto un continuo fruscio che sovrasta il resto (ascoltate “Horror vs Insanity” e capirete), anche le chitarre ritmiche si presentano sature di distorsione e quindi gracchianti e zanzarose, potete immaginare la cacofonia generale di questo disco che eclissa completamente il valore artistico delle canzoni che, seppur lineari ed abbastanza semplici nelle loro strutture, potevano risultare una gradevole atmosfera. Personalmente ritengo che di metal in “The Dark Side of Negative” vi sia poco o nulla, a me sembra infatti più un lavoro electro-noise, genere che avrà anche dei cultori ma tra questi non figuro io.
(Michele Alluigi) Voto: 4/10