(Agonia Records) Oscuri, estremamente oscuri. Diffondono il male dalla Repubblica Ceca e fanno un passo avanti, raggiungono un livello più alto, diverso, dissacrante. Tecnica e composizione sono più intensi, più complessi, ed il risultato offre una inclinazione quasi moderna, con remote influenze industriali. Imponenti le tracce, tutte di durata epica (tre delle sei presenti si aggirano sui dieci minuti o oltre…). Ricche le componenti melodiche, sempre pervase da una atmosfera oscura, decadente, trasudante perversione e gusto maligno. Riff a volte furiosi, a volte profondi, ricchi di acustica, di spazio sonoro, di quell’invito ad aprire le porte della mente per lasciarla viaggiare, allontanarsi, evolversi; Emozioni così intense che si sentono molto bene su la conclusiva “Metastasis Of Realistic Visions”, mentre è più rabbiosa ed infernale “The Heretical Fissure Of The Most Distant End”, dove le influenze provenienti da certe idee electro-dark sono presenti e riescono ad arricchire in maniera sublime la maestosità di questa canzone. Fantastiche le repentine deviazioni e le costanti evoluzioni che emergono nell’ascolto di “The Firstborn From Murk”, mentre è esaltante la brutalità con inserti avantgarde di “Revelations Through the Void”. Un disco che ha bisogno di diversi ascolti per infettare in maniera letale con la sua oscena perfidia, ma impattante anche già dal primo approccio. Un black metal lontano dai canoni tipici, lontano dal sinfonico, un black metal diverso, personale, estremamente tetro, tecnico, evoluto. Saturo di empietà.
(Luca Zakk) Voto: 8/10