(Autoproduzione) Con la presentazione onestamente più disonesta che abbia mai letto (‘When Iron Maiden meets Eluveitie’… qui però non c’è neanche l’ombra di un suono NWOBHM), gli svizzeri Infinitas lanciano sul mercato il loro secondo album; avevo recensito con molto favore il primo, “Civitas Interitus” (qui). “Infernum”, di cui colpisce la copertina, ha la particolarità di contenere quasi tanti intermezzi quanti brani… “Afanc” è un pagan abbastanza classico, a tratti dall’afflato epico, che può far pensare agli Skyclad o ai Cruachan ma, nelle fasi con il violino, si muove anche verso act come Dark Forest o Solstice; aspra e sostenuta l’autocelebrativa “Avnas”, mentre “Lilith” (che forse è troppo lunga: oltre nove minuti!) alterna dei momenti di violenza folk quasi alla Arkona ad altri praticamente epic rock, alla Wishbone Ash! Dopo l’elaborata “Tiamat”, il brano più extreme oriented del lotto (non per niente vi partecipa Chrigel Glanzmann degli Eluveitie), i nostri si concedono anche una fascinosa outro pianistica, “Consultus I (Memoria)”. La miscela sonora non è affatto disprezzabile, per quanto il risultato complessivo sia inferiore a quello del debut… ma non serviva, per pubblicizzarsi, scomodare la Vergine di Ferro!
(René Urkus) Voto: 7/10