(Avantgarde Music) Dopo un EP uscito l’anno scorso, la one man band francese firma con l’italiana Avantgarde e debutta subito con un imponente album di black metal melodico ricco di pungente atmosfera. Con questo lavoro, il polistrumentista Antoine Scholtès inietta una poderosa dimensione sonora nel suo progetto, ispirandosi al black svedese anni ’90, inglobando tuttavia anche un’aura di death melodico di quel paese: una sommatoria di fattori che convergono su sette tracce che sanno intrecciare rabbia e malinconia, melodia e blast beats, inni dal sentore glorioso ed una devastazione tipicamente legata al genere estremo; ma oltre alle componenti marcatamente svedesi, non si può nascondere la provenienza dell’arista, ovvero quella Francia con il suo black personalissimo, sempre in grado di rivelarsi freddo e brullo tanto quanto infinitamente atmosferico: ecco quindi che questo desiderio ‘svedese’ di Antoine viene sempre comunque sferzato dalla bellezza cinica dello stile d’oltralpe, dando pertanto vita ad un debutto molto interessante, capace di catturare l’attenzione fin dal primissimo ascolto. Già la opener “Pillars Of The Aether” regala melodia, potenza, velocità, senso trionfale, intermezzi atmosferici, visioni introspettive… il tutto avvolto in un’aura surreale, velenosa, in perfetta sintonia con le realtà estreme francesi odierne. Spunti sinfonici sulla turbolenta ma groovy As The “Winds Moan The Threnody”, mentre la title track si rivela più pulita, molto più melodica… legandosi non solo agli stili del nord, ma strizzando l’occhio al black di bands italiane, Darkend su tutte. Seducente l’infinito descritto musicalmente dall’avvolgente “Unfathomable Echoes”, struttura melodica immensa per un brano che riesce a sfiorare il confini del black dall’incedere isterico con “Through The Eyes Of Cosmos”, prima della lunga conclusiva “Aorasia”, il brano che più ingloba componenti death metal, pur inerpicandosi su vette melodiche di grande valore e ritmiche dalla cadenza tempestosa. Con un growl sofferto, la voce di Antoine è l’arma perfetta per lo scenario sonoro che l’artista è riuscito a mettere in piedi: con brani che vogliono confrontare l’essere umano con la sua effettiva nullità al cospetto dell’infinità del cosmo, evidenziandone quindi l’assurdità delle azioni, “Monolith Of Light” è un album che scuote, che coinvolge energicamente, che invita a ripetuti ascolti successivi i quali, ogni volta, non mancano nell’offrire nuovi e sensazionali spunti emozionali.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10