(Avantgarde Music) A fine 2021 fa la one man band francese capitanata da Antoine Scholtès aveva debuttato con l’imponente “Monolith Of Light” (recensione qui) ed ora, a poco più di un anno di distanza, ecco il ritorno con l’evoluzione di quelle sonorità, con produzione e definizione del suono più organiche e meno scarne, meno lo-fi se vogliamo, sempre tuonante, sempre evocativa, ora però capace di offrire una resa pazzesca, anche in quei passaggi più furiosi che non nascondono le tastiere di contorno e quel massiccio groove di basso il quale emerge prepotente dal sottofondo dello spettro sonoro. In questo nuovo disco c’è quasi una migrazione dalle radici fondate su black e death svedesi, tendendo verso qualcosa di più remotamente sinfonico ma, in modo particolare, più vicino alle sonorità graffianti tipiche del black d’oltralpe. È la title track in apertura a rivelare immediatamente questa ottima impostazione, mentre brani come la seguente “Palingenesis” sanno spingersi oltre, sottolineando con impeto questa crescita artistica tutt’altro che banale. Bello l’incedere melodico di “Where the Oceans Lost Their Light”… quasi un mix tra oscurantismo francese e le sonorità più imponenti di bands quali gli …And Oceans. Bella la grinta spietata, ma molto tecnica e tendenzialmente trionfale, di “Sullen Laments of the Wanderers”, melodie che fendono l’etere con “Endless Nocturnal Mask”, teatrale, suggestiva e con tendenze epiche “Crimson Slumber”, contorta e coinvolgente e non avara di sorprese “While The Night Seizes Of The Burning Sun”, il brano più lungo dell’album, prima dell’epilogo rappresentato dalla malinconica “Oracle Of A Forgotten Grief”. Nella testa di Antoine Scholtès vagano senza pace molte influenze che non negano quel suo amore per le sonorità svedesi; tuttavia, vivendo in Francia -fortunatamente- non riesce ad esimersi da quella tipica atmosfera brulla e contorta… cosa che riesce ad iniettare con genialità nelle sue composizioni le quali, alla fine, sono una variante molto più complessa, drammatica ed atmosferica di quelle francesi… ma anche molto più elaborate e personali di quelle svedesi, con il risultato che “The Impending Fall Of The Stars” offre con intelligenza il meglio delle due scuole.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10