(Worm Hole Death Records/Aural Music) Personalmente non ho simpatia per metalcore, deathcore e cose simili. Ma sono di ampie vedute. E so cambiare la mia opinione non appena mi viene sottoposta la prova contraria. Prova che arriva con questo “Beneath the Circus” dei Norvegesi Inside I. Una band geniale, sostanzialmente deathcore nelle radici, ma capace di un sound particolare, con iniezioni endovenose di sonorità svedesi (In Flames, At The Gates), melodie vagamente epiche, riff devastanti, voce brutale. Nove canzoni che fanno tremare il pavimento. “Nightmare”, il pezzo di apertura, richiama a cadenze spacca ossa, quasi ispirate ai vecchi Sepultura. Interessante la tecnica di “We Are Legion”, la quale propone un cantato sofferto, agonizzante, assolutamente di prim’ordine. Irresistibile la introversa “Through the Eyes of the Cynic”: canzone strana, oscura, molto ben arrangiata. Il death core viene meno su “How to Create a Monster”, canzone che potrebbe essere stata scritta dai Dark Tranquillity. A partire da “Behold the Circus”, l’album si arricchisce di nuove idee. Quasi un’evoluzione del suono della band, che riesce a fondere i diversi stili in maniera più omogenea, dando vita a quattro songs (la citata, “Tristram”, “Lullaby” e “God Had a Plan”) di ottimo livello sia musicale che creativo. Chiude una malinconica “Collateral Damage”. Un outro che ha poco a che vedere con la violenza del resto del disco, ma che dimostra le capacità melodiche delle quali i cinque norvegesi sono capaci. Un disco interessante, una band che si impegna per creare qualcosa di personale, innovativo, che può emergere dalla calma piatta di una scena troppo affollata da cose troppo uguali e troppo monotone.
(Luca Zakk) Voto: 7/10