(Century Media Records) Album di alto livello questo “Anno 1696”, il nono lavoro in studio dei finlandesi Insomnium. Un concept che si basa sul breve racconto omonimo scritto dal frontman Niilo Sevänen, storia inclusa nell’album sia in lingua originale che tradotta in inglese. La narrazione prende ispirazione dalla storia: tra il 1696 e il 1697, un gran numero di finlandesi furono uccisi: era un periodo pazzesco, c’era la famigerata grande carestia… e in questi periodi estremi il genere umano arriva a livelli estremi! Il tutto mescolato a caccia alle streghe (nello specifico la strage che si tenne a Torsåker in Svezia, dove furono condannate ed uccise oltre 70 donne) ed un intreccio con storie di lupi mannari, prendendo spunto da una novella di Aino Kallas. Un concentrato di sangue, orrore, drammaticità ed immancabile malinconia nordica che si esprime musicalmente su un album poderoso: brani come “White Christ” sono una marcia imponente e cadenzata da una gloria decadente… qui resa ancor più epica dall’ospite speciale, ovvero Sakis Tolis dei Rotting Christ. Stupenda e ricca di magia “Godforsaken” con Johanna Kurkela (la moglie di Tuomas Holopainen), intensa, aggressiva e travolgente l’introspettiva “Lilian”. Meraviglioso il cambio tematico che si materializza nel corso di “Starless Paths”, mescolando elettrico ed acustico con maestria e coinvolgimento. Tagliente “The Witch Hunter”, traccia super melodica e ricca di spunti epici grazie ad ottimi cori clean, deliziosa quell’impronta folk-malinconica di “The Unrest”, prima dell’oscura e conclusiva “The Rapids”. Con i brani che seguono molto bene il racconto, con il death metal che si intensifica quando le vicende si fanno più sanguinarie, “Anno 1696” è un capolavoro di melodia, di composizione, di narrazione, di legame profondo ed espressivo tra testi e musica. Un passo in avanti pazzesco, un disco maturo, curato, carnale, passionale: il miglior lavoro dei finlandesi da svariati anni a questa parte!
(Luca Zakk) Voto: 9/10