(Autoproduzione) La ricerca del tecnicismo di questa band death metal di Bergamo non viene certamente celata. Già dopo i primi secondi di ascolto del loro EP autoprodotto e caratterizzato da due sole canzoni (“Realm of Atlantis” e “Mac Brazel”), si notano tutte le qualità dal punto di vista esecutivo: stacchi precisi ed originali, batteria e sezione ritmica varia con intrecci ed armonie di alto livello, che riportano alla mente i Cynic di Paul Masvidal, il The Devin Townsend Project, con elementi del miglior swedish death metal, un cantato che alterna un profondo growl ad uno screaming che ricorda Alexi Laiho nel suo miglior periodo, o più alla larga i The Faceless. Un’ulteriore nota positiva, che accade relativamente di rado, è sentire in maniera netta il basso, anch’esso di qualità, nel regolare scorrimento dei brani oltre che in alcuni frangenti come protagonista. In conclusione, un ottimo lavoro di questi ragazzi sotto tutti i punti di vista, senza dubbio il progetto deve aver richiesto un impegno notevole ma, grazie anche ad un buon mixaggio, deve renderli fieri. La sola sfumatura negativa a cui sento di dover fare riferimento è, nell’ambito di un futuro full length, la necessità di una maggior componente espressiva, privilegiare in alcuni momenti un po’ di più l’aspetto emotivo a discapito della ricerca perpetua di tecnicismo, che a mio parere rende troppo freddo e distante il prodotto finale. Del resto, si parla di musica, e la musica, anche se in minima parte, deve emozionare.
(Devis Cortese) Voto: 7,5/10