(Signal Rex) Con gli Irae si entra nel sotterraneo mondo del Black Circle, e per sapere di cosa si tratta, andate pure a leggere la recensione del precedente loro lavoro (qui). Con questo nuovo album, sempre registrato in presa diretta e in sede live, i portoghesi danno l’illusione iniziale di essersi sgrezzati e ripuliti dal marciume del primordiale suono a cui ci avevano abituati, ma è solo una intro un po’ meno rozza del solito, il che non fa altro che acuire lo stacco con l’aggressività delle altre tracce, finalmente tornate nei binari del black più propriamente detto. Forse, a livello generale, il suono si è fatto più marziale e lievemente più melodico, ma si parla di deboli deflessioni che nulla possono contro la generale atmosfera malsana messa in musica dai lusitani, capaci di condensare il male in sette tracce, canzoni che ci ricordano quanto il black sia ancora attuale come genere, pur essendo rimasto essenzialmente immutato lungo tutto il suo corso. La registrazione è al limite del registrabile, piena di ritorni ed ‘errori’, ma si sa, proprio per questo, trasmettere un’atmosfera veramente malsana e autentica, impossibile da assaporare con le pompose produzioni moderne. Per chi vuole assaggiare il black così come esce dai meandri del sottosuolo…
(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10