(Art Gates Records) Il black proposto dagli austriaci Irdorath è talmente tirato e tecnico che si fa fatica a non definirlo death metal. La voce è fin troppo urlata come il death impone, la batteria è un surrogato di una mitragliatrice automatica, per non parlare dei riff, eseguiti in modo impeccabile e con un certo malcelato gusto per la melodia. A tratti mi ricordano i Fragments Of Unbecoming, anche se questi ultimi sono decisamente compresi in toto dentro la definizione di death metal. I continui cambi di tempo e velocità non fanno altro che confermare le iniziali impressioni, il tutto concorre a formare dei brani tecnici ma con la struttura più semplice e concisa (i brani raramente superano i cinque minuti). Ma non si tratta di un gruppo ‘indeciso’, semplicemente di una band di equilibristi che sa giostrarsi benissimo in bilico sopra il confine tra black e death. Lodevoli.
(Enrico Medoacus) Voto: 8/10