(Nuclear War Now! Productions) Nonostante la provenienza svedese, gli Irkallian Oracle devono moltissimo al Death americano, quello che spesso e volentieri strizza l’occhio al Brutal e alla velocità in generale. In aggiunta però, qui abbiamo una forte componente rituale e oscura, che almeno nelle atmosfere rende il risultato più vicino al Black che non al Death. La voce è di chiaro stampo scandinavo, mentre le sonorità sono molto veloci ma senza la componente tecnica, prerogativa necessaria per identificare il sound svedese. Il risultato è piuttosto inedito, specie se si tende erroneamente ad associare lo swedish sound a gruppi come In Flames e Soilwork. Diciamo comunque che l’oppressione e la gravità che si respirano durante tutto l’album rendono comunque impegnativo l’ascolto, grazie anche a tracce tutto sommato non così convenzionali nella struttura come si potrebbe erroneamente constatare in un primo ascolto. Insomma, un album che di svedese ha solo il passaporto. Affabili.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10