(Parlophone) Da persona poco, ma veramente poco obiettiva per quanto concerne i miei idoli musicali indiscussi ho sempre giustificato molte scelte commerciali discutibili dei nostri, imputandole più a dettami della storica etichetta EMI. Difatti, da ormai due lustri ci eravamo abituati alla sequenza ‘album da studio, disco dal vivo, raccolta’. Una scelta che mi ha sempre lasciato perplesso, devo ammetterlo: come si può rendere giustificabile una tale mole di uscite? Passi La moltitudine di album dal vivo, ma le raccolte? Capisco delle B side, degli inediti mai finiti in un album, un album di cover pure… Ma il resto? Io giustificavo il tutto decolpevolizzando il gruppo e dando la responsabilità alla fame di soldi dell’etichetta… Il problema ora è che il gruppo non è cambiato, la situazione discografica pure, ma il tutto è nelle mani della Parlophone, detentrice assoluta dei diritti della vergine di ferro da ormai un po’ di anni. Quindi ecco che ora non mi giustifico il fatto che dopo appena due anni dall’ottimo “The Book Of Souls” esce un album dal vivo quasi omonimo anche nel nome… Evidentemente è il gruppo che vuole cavalcare l’onda di un ritrovato successo che dura ormai da tre lustri attraverso uscite quantomai inutili. Fatto sta che i collezionisti e affini non si lasceranno scappare un nuovo pezzo da collezione, da comprare pure in vinile e in edizione cartonata formato DVD. Per la cronaca, sta scrivendo una di queste incorreggibili figure, quindi bando alle ciance e analizziamo il contenuto. L’ennesimo live degli Iron funziona, punto. Il suono è cristallino, anche se in cerca di informazioni sul missaggio in internet non ho trovato nulla, non so quindi quanto la musica sia stata filtrata o pulita… Ma due di noi della redazione c’erano al tour, anzi c’erano fisicamente ad una delle date usate per comporre il materiale finito nel cd e posso assicurare che l’atmosfera che si respirava in quel di Trieste è stata perfettamente rivoltata su nastro. Lo spessore musicale dei sei inglesi è fuori discussione, a livello tecnico siamo a livelli alti come è giusto aspettarsi da chi ha un nome del genere da portare sul groppone. Degli Iron mi piace il fatto che gli assoli non sono mai una pedissequa copia di quanto si può apprezzare in cd, bensì una serie di arpeggi sempre diversi e spontanei, segno dell’estrema naturalezza e disinvoltura con cui gli inglesi calcano le scene da una quarantina d’anni a questa parte. E’ un llive fondamentale per conoscere gli Iron? Assolutamente no. E’ migliore della media dei live che si trovano in giro? Certo che si. Se siete dei collezionisti o tra quella manciata di persone che ancora non hanno un live degli Iron, l’acquisto è obbligatorio. Assolutamente iniquo per il resto dell’umanità.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: s.v.