(AFM Records) Pur non avendo mai sfornato un capolavoro epocale, gli Iron Savior, giunti all’undicesimo album di una rispettabilissima carriera, rappresentano una solida garanzia di qualità; tra alti e bassi infatti, la formazione amburghese capitanata da Piet Sielck non ha mai propriamente deluso gli amanti del power tedesco, assestandosi sempre su ottimi livelli qualitativi, ed infatti stiamo pur sempre parlando di un personaggio che, sia dal punto di vista musicale che a livello di produzione, ha contribuito attivamente a creare quel sound che ha fatto la fortuna di formazioni come Helloween, Gamma Ray e Blind Guardian. Quello che colpisce di “Firestar” è la freschezza, l’entusiasmo che emana tipico delle formazioni esordienti, ma suonato con l’esperienza e la cura dei dettagli che solo i musicisti più navigati sono in grado di garantire, rendendolo a mio avviso di gran lunga il miglior album della band dai tempi di “Unification”. I brani scorrono molto piacevolmente, forti di una carica arrembante unita a melodie ruffiane al confine con il pop, decisamente orecchiabili ed irresistibili. “In The Realm Of Heavy Metal” è la sagra dei cliché che a molti potrebbe fare sorridere, ma allo stesso tempo donano una carica incredibile a chi come me è cresciuto a pane ed heavy metal. “Through The Fires Of Hell” è romantica nel testo (dedicato da Sielck a sua moglie) e coinvolgente dal punto di vista musicale. L’album si mantiene ad ottimi livelli per tutta la sua durata, a differenza di altri in cui le canzoni migliori si trovano tutte nelle primissime posizioni: “Rising From Ashes” si trova infatti nel lato B, eppure è una delle migliori composizioni del disco, tra ritornelli indovinati, grandi assoli e doppia cassa a volontà. Un album formalmente impeccabile, registrato alla perfezione e con una band in stato di grazia, in grado di consegnarci una delle migliori uscite in ambito power degli ultimi anni!
(Matteo Piotto) Voto: 9/10