(Shadow Kingdom Records) Gli Iron Void, come il titolo stesso dell’opera suggerisce, sono arrivati alla quarta uscita discografica. Una intro piuttosto lunga e, a dirla tutta, piuttosto slegata dal contesto del resto dell’album, fa da preambolo per una otto tracce che si rifanno al doom anni ’70, con richiamo ai Black Sabbath e alla scena inglese di quegli anni. Una sorta di tributo, ma senza dimenticare la possibilità di apporti personali. In primis, la scelta di un suono piuttosto duro per essere ‘solamente’ doom, una particolare attenzione ai riff ‘ruffiani’, una voce suadente quanto basta… tutti elementi che possono, nell’insieme, ampliare un bacino di utenza altrimenti piuttosto scarno, non essendo il doom fra i sottogeneri più popolari del metal. Sinora nulla di propriamente nuovo, se non fosse per la presenza di un gusto particolare per gli assoli e i virtuosismi di chitarra, non propriamente tra le caratteristiche salienti del doom… Sarà proprio questa caratteristica che mi ha tenuto bello attaccato alle cuffie sino alla fine, cosa che di solito è difficile fare con un disco di siffatta specie. Di sicuro non il solito doom… anzi, è proprio il solito doom, ma suonato in modo diverso.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 7,5/10