(Svart Records) Nuovo progetto, nuova entità… un duo che incrocia ambientazioni, metal, pop e pure qualche traccia folk… il tutto in un contesto atmosferico ed ambientale islandese, con addirittura il moniker che deriva da Ísafjörður, ovvero la città natale di entrambi i padri di questi artisti: Aðalbjörn Tryggvason (Sólstafir) e Ragnar Zolberg (ex-Pain of Salvation)! C’è molto sound Sólstafir in questo “Hjartastjaki”, ma anche quel dark pop ottantiano, oltre che una sconfinata e gelida malinconia, la quale non può non integrarsi nella migliore musica proveniente da quell’isola lassù al nord. Leggera e quasi improvvisata “Falin Skemmd”, brano di apertura capace di un crescendo improvviso e travolgente. Atmosferica, capace di materializzare un paesaggio sconfinato l’intensa “Mín Svarta Hlið”, traciia che non si può scindere da certi capolavori dei Sólstafir. Soft beat pop per l’ottima title track, misteriosa e sognante “Heiðin”, altro brano dove si respira aria di Sólstafir. Struggente “Kuldaró”, oscura e drammatica “Fjord of Hope”, elettricità che si incrocia con un dark blues su “Njálssaga”, prima della conclusiva ed immensamente introspettiva “Andvök”. Musica ispirata, brillante ma uggiosa, con la voce graffiante di Aðalbjörn e quella delicata e angelica di Ragnar: da beat pop ad un incedere dal sapore heavy, dal rock al rock alternativo, attraverso una libertà stilistica impressionante. Un disco estremamente identificativo, molto personale, tanto vicino a certe sonorità della band di Tryggvason, quanto marcatamente lontano, costruito su una sua dimensione così tradizionale da suonare meravigliosamente innovativa, e superbamente poetica.
(Luca Zakk) Voto: 8/10