(Ipecac Recordings) Per alcuni la band Isis è tra le ultime formazioni ad avere davvero realizzato qualcosa di interessante e nuovo. Evitando giudizi su tali convinzioni, fan e addetti ai lavori si ritrovano tra le mani il settimo album dal vivo di una serie di pubblicazioni del genere iniziata nel 2004 dalla band statunitense. Solo 3000 CD e 2000 dischi (la versione vinile esce in data differente da quella CD) per questo lavoro dal vivo che cattura nove canzoni eseguite il 25 febbraio 2010 al The Corner di Melbourne in Australia. Le canzoni allieteranno i più, anche perché la qualità audio è diretta, vera e in un certo senso sembra catturare gli Isis in una dimensione quasi da sala prove. Il missaggio è del batterista Aaron Harris. La band è di fatto dissolta da qualche anno. Attualmente Harris compone musica per film e televisione, dividendosi anche nei Palms con altri due degli Isis, Jeff Caxide e Bryant Clifford Meyer, basso e chitarra rispettivamente. Aaron Turner, cantante, è attivo andando continuamente in giro in tour con diverse collaborazioni, i Sumac ad esempio, e Mike Gallagher, altra chitarra, si dà da fare con i suoi Mustard Gas & Roses. Questo settimo album dal vivo si apprezza per l’amalgama totale e spontaneo che la band riesce a creare, quella scintilla che di continuo scocca tra i musicisti e li porta a suonare pezzi scorrevoli, ammantati di psichedelia, alternative, noise e post metal. Con le sole “Hand of the Host”, “Threshold of the Transformation” e “Celestial (The Tower)” si toccano 36′, sugli 80′ totali. Tanto materiale e chissà quanto altro ancora ne salterà fuori in futuro per questa serie dal vivo.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10