(Trollzorn) Questi svedesi giungono oggi alla seconda prova su lunga distanza, dopo il debutto del 2010. E vogliono che ogni europea si metta bene in testa che in Svezia fa freddo. Che il gelo ti entra nelle ossa e che può bruciare e far male più del fuoco stesso. E’ questo il loro black metal, fatto di riff taglienti come una lama di ghiaccio. La batteria macina blastbeat a raffica, mentre qua e là compaio assoli simil melodici che avvicinano i nostri ai Dissection, ma con una sfumatura pagan non dissimile dai Kampfar. Il risultato è piuttosto accattivante, la produzione pulita e consona al genere proposto. L’incedere delle composizioni è marziale e sanguigno, fattore che dona all’intero platter un’aura epica. Pur non inventando un genere questi svedesi hanno prodotto decisamente un buon lavoro.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10