(Nordvis Produktion) È pura arte la musica di Jesse Heikkinen (anche nella black metal band Benighted in Sodom e il suo altro progetto solista Phallosopher), il polistrumentista che sta dietro questo progetto finlandese. “Trench of Loneliness”, il suo quarto album, questa piccola perla di psychedelic neo folk, è una sua totale creazione: ogni strumento, la composizione, la registrazione il mix… è tutta farina del sacco di Jesse, il quale si è fatto ‘aiutare’ solo da Hiski Pajuniemi per alcune parti interpretate dal flauto a fischietto. “Trench of Loneliness” è intimo, i suoi dieci brani rilassano, portano lontano, fanno riflettere, fanno dilagare un poderoso senso di pace, di felicità interiore. Brani lenti e profondi, brani più intensi ritmati, pezzi più luminosi, alti più tetri: non c’è una vera regola, un vero confine, se non una totale e passionale libertà creativa. Tetra e sensuale “My Name is Sorrow”, decisamente misterioso il folk di “One With the Sun”. Prog & folk giocano tra loro su “Forgotten Friends”, appare ipnotica ed atmosferica la teatrale “The Feather”. È un folk un po’ southern, polveroso e dannato quello di “The Mountain”, avvolge ed abbraccia la bellissima “Losing Connection”, conducendo poi verso l’irresistibile folk tanto decadente quanto brillante di “I Only Sing With the Dead”. Emozionante “I’d Rather Be a Fool Than a King”, malinconica la conclusiva “Comedy of Humanity”. Canzoni dirette, spesso registrate in un’unica sessione senza successivi ritocchi. Un viaggio dentro visioni pagane, esoterismo, misteri della psiche umana… con un piede saldamente nel folk, un’altro in una forma soft del rock… arrivando meritevolmente nell’ambito del prog. Un album che materializza un favoloso punto di connessione tra l’ascoltatore e l’artista il quale, nota dopo nota, strofa dopo strofa, lascia andare tutto se stesso, creando la sua opera probabilmente più introspettiva e personale… quasi strizzando l’occhio al moniker stesso, a quel ‘Iterum Nata’… a quel ‘nato di nuovo’.
(Luca Zakk) Voto: 8/10