(Underground Symphony Records) Melodici, intelligenti, impegnati in un rock potente, schietto, sicuramente adulto, molto maturo, decisamente curato. Alle spalle una storia non proprio liscia: si inizia a fine anni ’90, con una tendenza più legata al power/prog… dando poi il via a innumerevoli cambi di line up e di evoluzioni sonore. “Time For Revenge” del 2008, si proponeva con un cantante poi finito nei Vision Divine; il successivo disco, “A Moment, A Place And A Reason” (recensione qui), comprendeva il vocalist dei Projecto e una già marcata svolta verso un hard rock più lineare, più AOR se vogliamo. Poi per qualche motivo il silenzio fino ad oggi, sempre con lo zoccolo duro rappresentato da Salvo Vecchio (chitarra) e Luca Bernazzi (basso) e, questa volta, il vocalist di Drakkar e Athlantis, Davide Dell’Orto. Il risultato del ritorno? Un elegante EP, cinque brani intensi, ben curati, ancor più maturi, ricercati, espressivi: “The Hard Trail” è tanto energetica quanto delicata, sferzata da un riff mite ma incalzante, mentre la voce di Davide tuona con impeto. Chitarra che si diverte sulla rockeggiante “On the Wrong Side”, intima e introspettiva “The Answer is Love”. “Our Kingdom” rispolvera qualche segreto dimenticato nei bauli del power prog delle origini, mentre la conclusiva “Burning Passion” prova ad essere un hard rock semplice e diretto, ma la classe di questa band ostacola intenzionalmente questo impeto, evolvendo il brano verso territori molto provocanti, con arrangiamenti di uno certo spessore, confermando a piene mani la bellissima tendenza progressiva. Dal 2016 sono passati ben sei anni e gli Ivory ci consegnano solo un EP: speriamo sia un antipasto di un imminente lavoro e non il preambolo di un altro lungo periodi di silenzio!
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10