(autoproduzione) Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi del debut album “Guidelines for Genocide”. Tuttavia chi scrive ha conosciuto la band olandese solo dal successivo, cioè “Tribute to Totalitarism”. Izegrim il nucleo di un discorso musicale che col tempo si è ingrandito. Una band che ha fondato il proprio essere su una coesistenza tra thrash e death metal. Cinque album, un po’ di EP, tanti concerti e Marloes Voskuil, bassista e soprattutto voce. Una donna che tra passaggi in growl e qualche harsh molto torvo, non ha mai sfigurato, caratterizzando così il sound della band. Nonostante il rapporto con la Listenable sia ancora in piedi, la band olandese sceglie di realizzare questa istantanea sulla propria musica attraverso un’autoproduzione. Il thrash evoluto, abbracciato a un death che manifesta si potenza, ma con strutture ben organizzate e soprattutto con spunti melodici evoluti. “Warmonger II” è, a stretto giudizio personale, forse il brano più accattivante e ben organizzato, grazie ai cambi, incastri e valanghe di riff. Gli assoli poi sono tutti di gran fattura: Jeroen Wechgeslaer e Bart van Ginkel offrono estro anche nelle armonizzazioni e nelle ritmiche. Quattro pezzi per poco più di diciassette minuti, rappresentano una prova di grande interesse per i quattro. La gamma vocale estrema di Marloes è ormai standardizzata, le chitarre invece mostrano un intreccio decisamente evoluto e lo stesso vale per i dinamici tratti ritmici.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10