(Autoproduzione) Fra le primissime leve della NWOBHM, i Jameson Raid vissero un breve ed effimero momento di gloria nel 1979, quando il loro ep “Seven Days of Splendour” ebbe vasta risonanza; già sciolti nel 1982, e riformati (inizialmente con non troppa fortuna) qualche anno fa, oggi si presentano all’appuntamento del primo full-“length” con un solo membro della formazione originale, il vocalist Terry Dark (va detto che comunque lo accompagna il secondo e ultimo bassista della band, Peter Green, che si unì ai ranghi già nel 1980). Peraltro il sodalizio si è sciolto appena dopo la pubblicazione, e in pista resta il solo Dark, per ora senza nessun musicista ad affiancarlo… “Uninvited Guests” è, per forza di cose, diverso da quanto ascoltato a cavallo fra ’70 e ’80, e temo che i puristi non gradiranno: presa in sé, la musica di questo album ha in ogni caso una buona carica. Riffone pesante, ma ritornello su toni hard rock per “Mr. Sunset”; inno da stadio, addirittura con applausi live infilati qui e lì, per “Metal People”. Power ballad di sostanza con “Red Moon”, dai toni a tratti sognanti, mentre “Roll on Tomorrow” si avvicina nuovamente all’hard rock grintoso e tipicamente inglese. Grintosa “Maze of Rats”, con un filtraggio della voce però troppo moderno, anche per le atmosfere thrashy del brano; la prima, ‘vera’ progressione NWOBHM del disco mi sembra quella di “Haunted”. Ha un certo feeling epico anche “9 Reasons”, il che crea un po’ di contrasto con i toni ‘leggeri’ della prima parte della tracklist: sembra quasi che il disco sia poco unitario… luci ed ombre per un disco comunque discreto, ma che certamente dividerà il pubblico degli interessati.
(René Urkus) Voto: 6,5/10