(Svart Records) Magnifica prova di questa band di Kuopio, Finlandia. Sette figli dell’occult rock, della magia, del misticismo e tutto raccontato attraverso la magnifica voce di Jess e ben tre chitarre. Attingendo dagli anni ’70 e dai primi vagiti dei Mercyful Fate nasce questo loro album omonimo che molto probabilmente non tarderà a riscuotere i dovuti consensi. Merita una lode particolare la Jess, grazie ad una prova vocale che mi ha ricordato la dea Grace Slick dei suoi lavori solisti. Jess è il giusto trait d’union tra i ricami delle chitarre (due soliste e una ritmica) e le melodie di supporto delle tastiere e pianoforte di Abraham. Buona la base ritmica di Yussuf e l’accompagnamento di Fast Jake, i quali si limitano a fare le cose semplici e in modo puntuale. La grazia che pervade l’album è la vera carta vincente dei Jess And The Ancient Ones: le canzoni hanno feeling, hanno una struttura spesso in crescendo, portando le melodie a volteggiare sempre più in alto, gonfiandosi in veri atti poetici. Non è una cosa semplice da fare, visto che l’album dura ben oltre i 54’ minuti e le canzoni hanno tutte una durata considerevole, come l’eterna “Come Crimson Death” o “Sulfir Giants (Red King)” che procedono oltre i 12’. Vivace e robusta “Prayer for Death and Fire”, heavy-rock senza tempo. Altra gemma è “Devil (in G minor)”, il brano più corto dell’album denota un rock esile costruito sulle note del piano di Abraham e un’andatura deliziosa e seducente, come in un revival rock-blues di Janis Joplin. Guardate quella copertina, notatene i colori e la grafica cesellata. Notate come possa essere retrò, ma udendo i suoni che contiene non ci si può aspettare una simbologia, dei testi e un clima che non sia il prodotto di un flower power sulla via del tramonto e che passa il testimone ad un rock più coriaceo. Solo che Jess e compagni ci mettono dentro tanto esoterismo da rimanerne stregati!
(Alberto Vitale) Voto: 8/10